X-Change - Absinth, Girls And Rubik Cube
Lo ammetto, gli X-Change mi hanno conquistato al primo ascolto, così al loro demo Be Happy avevo assegnato quattro entusiastiche stelle.
Ora me ne pento. Già, perché non so quante stelle dare al loro nuovo disco. Sei? Sette?
Absinth, Girls And Rubik Cube rappresenta un passo in avanti incredibile rispetto al lavoro precedente sotto molti punti di vista. Proverò a presentarne alcuni.
Otto tracce di lunghezza variabile tra i quattro e i sette minuti, per un totale di 45 minuti, nessun “riempitivo”. Le canzoni sono inedite, ma alcune vecchie anche di due anni (Be Happy è del giugno 2002, questo lavoro è stato registrato tra settembre e dicembre 2004), quindi rodate da una massiccia attività live. Infatti già al primo ascolto sono stato in grado di seguire le trascinanti melodie di Follow A Heaven New e Rubik Cube, che (l’ho capito dopo) avevo sentito ai loro concerti diversi mesi prima.
A onor del vero, non tutti i brani sono inediti: viene infatti riproposta Therapeutic, una vera e propria canzone simbolo del gruppo. Andate a leggere la loro biografia per capire cosa intendo.
I testi sono arrabbiati, ma di una rabbia (pro)positiva e meno ripiegata su sé stessa, proiettata alla realizzazione di qualcosa di migliore. C’è una vena di speranza che accompagna la disperazione dei momenti difficili. Poi ci sono anche bei passaggi poetici e da questo punto di vista il meglio lo si trova nella cavalcata di In Your Orbit.
Altra caratteristica di rilievo, un’incrementata perizia tecnica, sicuramente dovuta ai tanti concerti e sicuramente esaltata dalla prestigiosa produzione di Davide Perucchini, fonico dei Verdena.
Un buon esempio di questa crescita può essere il tiratissimo brano d’apertura, Come On, ma tutto l’album si fa ascoltare con piacere, al di là dei gusti, grazie a uno stile maturo e ben definito. E se proprio non ci credete provate a confrontare le due versioni di Therapeutic.
Infine un aspetto non meno importante dei precedenti è rappresentato dalla grafica curatissima e molto accattivante, lontana anni luce dal cupo (per quanto apprezzato) minimalismo di Be Happy, anche se sempre di responsabilità di Elena Viscardi (la sorella del cantante?) con l’appoggio di Demis Martinelli per le fotografie. Meritano entrambi una citazione.
Non aggiungo altro o finirete con il credere che sono stato pagato per scrivere queste cose. La verità è che mi sono trovato per le mani un lavoro di qualità, fatto di canzoni che sono piacevoli di per sé stesse, e non perché rappresentano una “realtà locale promettente”, e che in più trasmettono belle sensazioni di fiducia e determinazione nell’affrontare il futuro.
Bravi ragazzi, proprio un bel disco, di quelli che si fa fatica a togliere dal lettore cd.
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