Musica Recensione Musicale

Velvet Revolver – Contraband

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Velvet Revolver - Contraband

Lo dovrebbero sapere tutti, chi sono i Velvet Revolver: Slash, Duff McKagan, Matt Sorum (Guns N’ Roses) con Scott Weiland (Stone Temple Pilots) alla voce e Dave Kushner (Wasted Youth) alla seconda chitarra – non era ovvio chi fosse la prima?
Ovviamente, di fronte a una proposta musicale del genere, si può gioire di uno dei nostri più turpi desideri: il supergruppo! Ma una voce vi sussurra maligna: «Sssono vecchi, hanno bisssogno di sssoldi per pagare la retta della disintosssicazione… Gli unici sssuoni che riescono ancora a fare li puoi sssentire uscire da ogni cessso…».
Il dubbio è forte: operazione commerciale o amore per la musica? Ovviamente la verità sta nel mezzo. In fin dei conti, se qualcuno per campare sa solo suonare o cantare non dovrebbe essere lapidato perché lo fa, quindi la discussione si sposta più correttamente su come questa musica viene prodotta.
Veniamo al disco, dunque, prima le buone o le cattive? Naturalmente le cattive, perché già lo sapete: i Guns N’ Roses e gli Stone Temple Pilots sono due cose a sé stanti e per certi versi irraggiungibili, anche se i Velvet Revolver vi ci faranno sicuramente ripensare. La buona notizia è che il disco è di gran lunga superiore a quanto si possa in generale ascoltare oggidì: rock energico, con un attitudine tipicamente di Los Angeles che non disdegna il lato estetico (non è difficile immaginare un live, e Weiland è sempre stato molto glamour…), con una grandissima voce e riff che vanno dai Guns N’ Roses agli Stone Temple Pilots (e persino ai Rage Against The Machine, in Headspace…). Su tutti, il brano consigliato è Superhuman, inoltre farà piacere a qualcuno sapere che, oltre alle logiche cover dei Guns e dei Pilots, i Velvet Revolver dal vivo si dilettano anche a suonare cover di Nirvana, The Rolling Stones, Pink Floyd eccetera.
Dunque i Velvet Revolver non tradiscono nessuno e ci vuole una bella dose di rancore nei confronti del passato per scagliarsi contro quello che è comunque un buon disco di “presentazione”.

Riguardo l' autore

jami

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