The Mojomatics - Songs For Faraway Lovers
Difficile non cominciare questo pezzo con la solita frase da recensore navigato. Infatti comincio così, perché non mi viene niente di meglio. Leggere immaginando il tono saccente e pomposo.
Prendete l’urgenza del punk rock, la malinconia del blues, l’indolenza del country, il tiro e l’eleganza del primo beat.
Ecco, girateci intorno quanto vi pare, ma il risultato di ’sto frullato è il rock’n’roll immediato e suggestivo al tempo stesso di due ragazzi di casa nostra, che si fanno chiamare The Mojomatics, il cui ultimo album, Songs For Faraway Lovers, è uscito sotto la neonata etichetta cremonese I Dischi De La Valigetta.
Un disco, questo, che fila via veloce: dodici pezzi, due minuti e mezzo di durata media per ogni brano. Dicevo che il gruppo è in realtà “solo” un duo, di base chitarra e batteria: impossibile lasciar perdere il paragone con i contemporanei The White Stripes. Non so se i Mojo siano più bravi, senz’altro suonano meglio.
Dicevo anche che i due sono italiani, ma non si direbbe: la loro musica tradisce un totale innamoramento per gli scenari del profondo sud statunitense, Mississippi o giù di lì. Mentre ascolto uno dei pezzi migliori, Stealin’ Stealin’, mi vengono in mente Tom Sawyer e Huckleberry Finn che combinano dei casini. E tra un riff, una rullata e qualche inserto di armonica o di organo, la voce (che a volte emerge a fatica) ci racconta di viaggi in treno (senza dubbio qualche vecchia e rumorosa locomotiva a carbone), bevute al negozio di liquori (rigorosamente in bottiglia, con almeno tre croci sull’etichetta), fughe, ritorni, vagabondaggi, amori lontani, paesaggi che si estendono a perdita d’occhio.
Il suono vintage del disco è reso ulteriormente scarno e aggressivo nei concerti. Ho visto i Mojo dal vivo un paio di volte: micidiali.
Il cd contiene anche una traccia video. Si tratta della sparatissima No Place To Go: un gran bel videoclip in bianco e nero, stiloso e divertente come i due della band, girato tra prati, cespugli e balle di fieno.
Non faccio quasi in tempo a dirvi che la mia preferita è That Night In 1939, che la botte è già agli sgoccioli. E il liquore era di un’ottima annata.
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