School Of Rock
Suonando una Gibson Diavoletto.
Jack Black si presenta così sulla locandina di School Of Rock.
La locandina: School Of Rock è scritto con il font di Rolling Stone (la rivista), c’è un soprattitolo che dice «We don’t need no education» (citazione dai Pink Floyd di Another Brick In The Wall Part 2).
Quindi, tu cinefilo e rocker che entri al cinema a vedere un film rock’n’roll, sei già ampiamente condizionato ed entri nell’ottica «Grandioso!» prima di neanche aver visto com’è la sala del Cine Chaplin, che stai inaugurando allegramente con un biglietto di invito per te e per un amico, per la visione più in anteprima a cui tu abbia mai preso parte.
Un mese e un giorno di anticipo: ho visto School Of Rock il 1º marzo, ma l’uscita nazionale è prevista per il 2 aprile. Ma che pregio.
Un secondo ancora prima di parlare del film: Jack Black è quello del video di Sexx Laws di Beck, è quello del video di Learn To Fly dei Foo Fighters, è quello della commedia Amore a prima svista con Gwyneth Paltrow, è quello del gruppo folk rock demenziale dei Tenacious D (è un duo – Good D e Bad D – chissà chi è Jack Black), con cui, nelle vesti di batterista e chitarrista, ha collaborato Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters). Facendo le dovute proporzioni, la sua comicità chiassosa e aggressiva, la corporatura, lo strettissimo legame tra cinema e musica che caratterizza la sua produzione sono tutti punti in comune con la carriera del grande John Belushi, re della anarchic comedy di fine anni Settanta Animal House e del musical capolavoro The Blues Brothers.
L’intricata e misteriosa trama di School Of Rock: Dewey Finn, rocker senza compromessi, vive con un amico ex-rocker che fa ora il supplente. Dewey, attitudine da rock’n’roll animal, ha un gruppo che però lo scarica. A corto di soldi, e soprattutto senza una band in cui suonare, Dewey, per pagarsi l’affitto, si spaccia per il suo amico, accetta via telefono un incarico presso una prestigiosa scuola privata e viene messo a insegnare in una classe di similgenî. Accortosi delle potenzialità musicali dei ragazzini, li porterà, in gran segreto, a formare una rock band. Naturalmente tutto l’imbroglio di Dewey verrà alla luce, ma ciò non impedirà al gruppo, gli School Of Rock, di partecipare a un contest di gruppi emergenti al quale, pur non vincendo, riscuoterà un grande successo.
Il film ruota completamente attorno alla figura irruente di Jack Black, nei rari momenti in cui lui non è in scena il film si svuota di interesse. Energico, perennemente sopra le righe, Jack carica di verve drammatica qualunque frase, foss’anche «Due zollette di zucchero, grazie», e ottiene un effetto comico a tratti devastante. Il solo faccione con le sopracciglia del tutto indipendenti l’una dall’altra ispira troppa simpatia, la mimica e la gestualità sono divertentissime e sempre correlate alla battuta o alla situazione, lui è davvero un vulcano in eruzione. E, alla fine del film, durante il concerto degli School Of Rock, è vestito da scolaretto come Angus Young degli AC/DC (ma com’è che mi trovo sempre a citarli?), mentre i ragazzi, fino a quel momento in divisa, sono acconciati in modo assurdo nella migliore tradizione dei vari stili (glam, heavy metal, punk, mod…).
La sceneggiatura è un’enciclopedia di citazioni dalla storia del rock, assolutamente troppe per essere scritte anche solo in decente quantità. Dewey parla per nomi di gruppi seguiti da punto interrogativo («Led Zeppelin? Black Sabbath? AC/DC? Motörhead?»), rendendosi poi conto di avere davanti a sé dei ragazzini che il rock non lo masticano per niente. Allora si inventa delle lezioni di storia del rock, da cui la già celebre immagine della lavagna che, a mo’ di brainstorming rock’n’roll, ricostruisce i collegamenti tra i vari stili del macrogenere rock e che ha il suo snodo capolavoro nella zona «?», che racchiude Frank Zappa, i Can e Captain Beefheart e che deriva dall’area del progressive. In più, Dewey mostra agli alunni delle videocassette con scene da leggendari concerti (The Who, Jimi Hendrix…), distribuisce cd (fa uno strano effetto vedere le copertine dei cd nei film) degli Yes, dei Pink Floyd e di altri gruppi leggendari come compiti a casa per i vari componenti della band (e tu rocker, nel momento in cui Dewey consegna The Dark Side Of The Moon alla futura vocalist, sai già, e così è, che lui le dirà di andare ad ascoltarsi per bene The Great Gig In The Sky) e, in ultimo, ha una collezione mostruosa di cd, vinili, adesivi (che piazza sia sulla finestra di camera sua che sul suo fantastico furgone) che, per essere scoperti tutti, richiederebbero chissà quante visioni del film. Altri stereotipi del rock’n’roll si trovano quando Dewey non assegna solo i ruoli ai musicisti della band, ma affida anche a vari alunni i compiti di roadie, groupie, band manager, addetti alla security, stilisti, tecnici delle luci… Un lavorone che i giovanissimi protagonisti, sentendosi responsabilizzati, svolgono alla perfezione.
Naturalmente, grandissima colonna sonora. The Who, The Doors, Cream, Led Zeppelin, David Bowie, Ramones tra i nomi storici; The Darkness (di cui tra l’altro, nel film, compare il pezzo Black Shuck, ma che poi sul cd della colonna sonora sono inclusi con Growing On Me… Come funzionano le menti di quelli che assemblano le colonne sonore?) e The Black Keys tra le nuove leve. In più, due pezzi degli School Of Rock (l’omonima School Of Rock e la cover degli AC/DC It’s A Long Way To The Top) e uno dei No Vacancy, il gruppo di Dewey, da cui lui viene escluso all’inizio. Nel cd è inclusa anche qualche traccia audio con battute particolarmente importanti del film, ovviamente in lingua originale.
Ultime due cose degne di nota: il discorso di Dewey sul concetto di «resistere al potente», e sul fatto che il potente abbia inglobato questa resistenza «con una cosina di nome MTV», e le frasi quasi autobiografiche dette da Dewey/Jack Black (difficile dire dove finisca l’uno e cominci l’altro) sul proprio essere sovrappeso («Perché non si mette a dieta?» «Perché io adoro mangiare. È un reato grave?») e sulla fedeltà al rock’n’roll.
Il voto è una media tra le due stelle di valore cinematografico e le sei (‽) stelle in versione oro per quanto riguarda il divertimento dato da quel personaggio di Jack Black, dal citazionismo rockofilo che pervade ogni scena e, in sintesi, dalla quantità di ghignate che questo film è in grado di farti fare.
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