Don’t Dare - Senza Chiedere Al Tempo Né Permessi Né Consensi
A non dover chiedere nulla al tempo è il vento che spazza via i soldati ne L’Affronto, la terza traccia di questo album, il terzo dei cremaschi Don’t Dare, ma probabilmente il bel verso è assurto a titolo dell’album perché rispecchia bene lo spirito del gruppo. I Don’t Dare giocano con il tempo: il tempo dell’infanzia richiamato con insistenza sia nelle immagini del libretto sia nei testi, ma anche il tempo musicale, a volte circolare e ipnotico, a volte sfasato e sincopato.
A dispetto del loro nome, i Don’t Dare osano eccome, mischiando con perizia una grande energia sonora, testi evocativi e melodie attraenti. Ascoltate Dov’È Il Mio Fiore?, un vero e proprio brano manifesto, e giudicate da soli, ma poi non stupitevi se, a distanza di ore, vi ritroverete a canticchiarne il ritornello. Il fiore è la meta che ognuno si prefigge di raggiungere e la regola per arrivarci è la pazienza.
Ne Il Deserto Dei Sogni ecco i riferimenti espliciti al ricordo e all’infanzia. Il brano è quasi schizofrenico nella sua alternanza di ritmi sincopati e tappeti melodici impreziositi da un violoncello. Il pezzo forte dell’album è a mio parere Jacky Puppet, che immagino sia, almeno nel titolo, un omaggio al pupazzo ritratto in svariate pose nel libretto del cd. Ma questo brano, con le successive Odissea e Il Rumore Di Ieri (ancora nostalgia…), forma una suite strumentale dove arpeggi di chitarra, batteria a ritmo di marcia e mille percussioni aprono la strada a ondate soniche che in alcuni momenti assumono le caratteristiche di un vero e proprio diluvio sonoro. La metafora si materializza con Il Rumore Di Ieri, uno strumentale accompagnato da effetti quali scrosci di pioggia, cigolii, slide di chitarra acustica e loop elettronici, in un crescendo emotivo da maneggiare con cautela. Può essere straziante o consolatorio, a seconda dello stato d’animo dell’acoltatore. Non a caso, nella pagina di questo brano, Jacky appare impiccato, e non una, ma ben tre volte! Eppure non sembra soffrire, ma quasi riposare.
Molte sono le qualità di questo album e di questo gruppo, e anche chi non apprezzasse il genere dovrebbe riconoscere l’impegno e la capacità di questi quattro ragazzi. Per chi già li conosce, sicuramente una conferma; per tutti gli altri, una bella scoperta che invito a fare.
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