Cripple Bastards - Blackmails And Assholism
Mastodontico. Questo è il primo aggettivo per descrivere l’ultimo arrivato in casa Cripple Bastards, ossia il doppio dvd Blackmails And Assholism, pubblicato dalla Obscene.
Mastodontico, dicevo, ma non solo. Curato. Esauriente. Contraddittorio. Esplicito. Divertente. Pornografico. E tanto altro.
Il primo dvd contiene innanzitutto la cronistoria del primo decennio della band. Anno per anno. Le voci narranti principali sono quelle di Giulio The Bastard e Alberto The Crippler, intervistati in tempi recenti. E poi, il materiale di repertorio. Davvero tanto e anche di buona qualità, già dall’anno zero. Gli albori astigiani del 1988, il duo formato da Alberto e Giulio (nemmeno quattordicenne). La nascita dello splendido logo. L’ampliamento della line up, con Giulio che dalla batteria può finalmente dedicarsi solo alla voce. La formazione che registra il primo full-length dei Cripple Bastards, Your Lies In Check (Eduardo O’ Brazil al basso e Michele Hoffman alla batteria). Giulio The Bastard con maglietta arancione di Arancia meccanica che fuma una canna durante le prove (rarità?). Tutte le facce di Alberto The Crippler. Il concerto interrotto dopo due minuti e mezzo per intemperanze del pubblico di vandali. Una tonnellata di informazioni, tutte fornite con precisione metodica. E questo, ovviamente, lo apprezzo moltissimo. Finisce il documentario. Salto nel tempo. 2002. Cripple Bastards Go America. Giulio The Bastard, Der Kommissar, Schintu The Wretched, Al Mazzotti. Costa est. Trionfo immediato al leggendario CBGB di New York. Vita on the road, attitudine cazzona. La seconda a New York non va così bene, anzi non va proprio. All’ABC No Rio, i Cripple Bastards non suonano per via della copertina del loro cd Almost Human. Suvvia, è solo una copertina! Altro flash forward. 2003. Ancora Stati Uniti, questa volta sulla costa ovest. Dalla California a Seattle. E giù fino in Messico, a Tijuana, la città più malvagia del pianeta. Fine del primo dvd. Anzi, no: c’è il bellissimo trailer del dvd stesso, da vedere.
Part two: i secondi dieci anni del gruppo, dal 1998 ai giorni nostri. In tre ore. In ordine sì cronologico, ma più che altro tematico. La registrazione del capolavoro Misantropo A Senso Unico, con Schintu The Wretched al basso e Walter Dr. Tomas alla batteria. La nuova era senza Alberto The Crippler. Fulvio Hatebox, chitarrista live a cavallo tra anni ’90 e anni ’00. Fulvio stesso che, intervistato, loda le invenzioni sonore di Alberto. La nascita della formazione attuale con l’ingresso di Der Kommissar e Al Mazzotti. I tanti Obscene Extreme Festival, in Repubblica Ceca. Quello del 2001 con Giulio vestito da picciotto e la fronte sfondata di microfonate, quello del 2006 con le maglie da calcio (taroccate) della Nazionale. Il rapporto con l’organizzatore Curby. L’album Desperately Insensitive e le controversie con la “scena”. Il C.S.A. Dordoni, la powerhouse (così viene definita) dei Cripple Bastards e dell’estremismo musicale italiano. Le locandine dei festival storici del Dordoni: si riconoscono i loghi dei nostri cari vecchi gruppi cremonesi. L’evoluzione musicale, l’hardcore e il grind, l’anima punk e quella metal, a voler farla semplice. Le registrazioni del Promo 2006 in Svezia, allo Studio Fredman. I quattro ci torneranno a febbraio 2008 per dare alla luce un nuovo disco. L’album del ventennale, interamente in italiano. Per finire, dopo il documentario, l’intero concerto all’Obscene Extreme Festival 2003. Mezz’ora di inferno. Pogo violento, invasioni di palco e stage diving a ripetizione. Fine del doppio dvd. Sei ore e mezza circa.
Cose che odio. Il rap di merda che fa da colonna sonora ad alcune sequenze americane. Le poche inquadrature deformate, che fanno diventare le persone larghe come amplificatori Marshall. Il fatto che non mi si veda mai, né al Dordoni, né al Transilvania di Piacenza nel 2004, dov’ero in prima fila, davanti a Giulio.
Cose che amo. Tutto il resto. Il grande lavoro di selezione e montaggio di Bruno Blasi. L’alternarsi di grezzume video e riprese professionali. Ma soprattutto il fatto di poter vedere i Cripple Bastards giovanissimi e capelloni.
Consigliatissimo.
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