Blunitro - Fuori Dal Suono
Due anni fa i Blunitro uscivano a livello nazionale con Dentro Il Suono, il loro primo disco ufficiale a distribuzione nazionale dopo anni di gavetta fatta di demo, concerti e riconoscimenti vari. Quel disco ha fissato un momento decisivo per Bone e compagni: il loro bisogno di superare l’orizzonte raggiunto dai Domopunk, il desiderio di rimettersi in gioco e di provarci davvero. Dentro Il Suono ci provava non solo con le canzoni, ma anche con produzione, distribuzione e tour professionali per quanto lo consente la scena punk italiana di oggi. Non sta a me dire se l’operazione sia riuscita o meno, dovreste chiedere ai Blunitro se e quanto sono soddisfatti, ma se dovessi giudicare da Fuori Dal Suono, il disco, anzi l’ep, come si diceva ai tempi del vinile, che gira sul lettore mentre scrivo, direi che lo sforzo produttivo dell’album “fratello maggiore” rischiava di nuocere proprio all’aspetto artistico e musicale dei quattro cremonesi. Le sei canzoni di Fuori Dal Suono mettono in mostra in soli venti minuti tutte le qualità dei Blunitro, anche se è un disco nato quasi come divertissement, per fermare il momento, per non perdere questa manciata di brani reduci dai demo che non erano entrati nel cd. Eppure convince. E spiazza. Spiazza i fan “duri e puri” che storceranno il naso di fronte a una cover dei Motörhead: No Class. Spiazza quelli che pensano che un pianoforte possa suonare in un disco punk solo se fatto a pezzi, e qui si trovano una bellissima versione acustica di Virus, l’hit di Dentro Il Suono: solo la voce di Bone e il piano di Davide “Karrotz” Carotti a chiudere l’album. Spiazza i critici “per partito preso” che rimangono a corto di argomenti di fronte a canzoni come Brividi, quasi irriconoscibile rispetto all’originale del 2001, di fronte a una tecnica in crescita, di fronte a un’operazione completamente anticommerciale come questa: tutte le canzoni del disco sono liberamente scaricabili dal sito ufficiale della band. Convince la scelta di “uscire comunque”, anche senza il materiale per un nuovo album. Convince il bisogno di proporre la propria musica senza compromessi. Convince la voglia di allargare gli orizzonti e di andare oltre l’emo. Paradossalmente convince anche la consapevolezza che l’emo rimane il “proprio” genere e quello che si vuol suonare, e quindi ben vengano le melodie semplici e i testi diretti di Ora Penso A Me o di Sono Qui Per Te. Convince la traccia video di Virus (nella versione elettrica) contenuta nel cd: i Blunitro in studio si alternano alla storia d’amore raccontata dal testo, filo conduttore le foglie, regia notevole. Convince il punk suonato e cantato bene, non impegnato, perfetto da ascoltare in macchina o con l’iPod durante la torrida estate.
Forse, caro lettore, tu avrai mentalmente anteposto un «non» a ogni mio «Convince», perché le caratteristiche del disco che ho elencato sono l’opposto della tua concezione di musica, ma in questo caso siamo nel campo dei gusti, ergo…
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