Bangarang! - EP
I cremaschi Bangarang! esordiscono con EP: sei tracce che si fanno apprezzare per le doti tecniche e compositive dei quattro esperti musicisti, ma ancor più per un’attitudine alla contaminazione che, a partire da un condiviso terreno funky, rende questo cd realmente eclettico e vario, fusion nel senso etimologico del temine. Nondimeno, il sound è unitario e coerente dall’inizio alla fine dei venti minuti e venti secondi d’ascolto.
Per giocare, come un gioco molto serio sembra questo dischetto strumentale (o meglio, privo di cantato, ma non di voci!), provo a collocare in virtuali scaffali di genere i sei brani. L’intro Tucucu è uno scherzo drum’n’bass di nemmeno mezzo minuto, farcito di campionamenti (Marco Zanardi dissemina per tutto il disco citazioni che divertiranno chi saprà coglierle, dai suoni di vecchi cartoni animati a frammenti cinematografici e tanto altro). Si prosegue con Cargo, ottimo Hammond beat, in cui spiccano in alternanza il tipico suono di tastiera e la chitarra di Marco Torriani: il brano, di ispirazione dichiaratamente Sixties, risulta però moderno ed energetico, in virtù di una produzione massiccia e satura, che caratterizza poi tutto l’album (registrato da Gigi Galmozzi al Morbid Sound Studio). Sand Witch mi fa pensare a un gruppo grunge che ha preso una sbandata per la musica orientale, e vede al suo interno l’inserto improvviso di un ponticello surf tutto da godere, nonché un poderoso assolo del basso di Gregorio Conti. Protoparapseudo parte come un western in salsa psycho, e dopo qualche minuto di crescendo decolla verso lo space rock più suggestivo. Sette Di Vendetta, il mio brano preferito, è progressive puro à la Ozric Tentacles: il batterista Ruben Gardella tiene un tempo in sette (quindi il titolo è eccessivamente assertivo!), complicandolo finché può; i suoni sono distorti ed effettati, ad accumulare. Chiude Rufio, potente hard garage, nel quale gli inserti dialogati svelano una volta per tutte il film da cui i Bangarang! prendono il nome (e chi ancora non è ci arrivato…). L’impatto sonoro del pezzo porta automaticamente a immaginarne l’esplosiva resa dal vivo.
Un lavoro come EP dimostra come oggi, anche senza alle spalle grandi produzioni, si possano realizzare dischi convincenti (che tutto dipenda poi dalla qualità musicale, è fin troppo ovvio): a questo proposito, una nota di merito va anche alla scelta di presentare un oggetto visivamente curato, grazie ai disegni di Sumo e al progetto grafico di Czec.
Tra i ringraziamenti, sul retro di copertina, figura il nome di Bugo, che dopo il suo ultimo album ha scelto di portarsi in giro per lo stivale proprio i Bangarang! in qualità di turnisti. Un motivo ci sarà!
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