Proiezione e premiazione dei video finalisti, Teatro Monteverdi, Cremona, 30/03/2005
La seconda edizione del concorso Video in Cantiere ha visto la sua conclusione mercoledì 30 marzo al Teatro Monteverdi di Cremona. C’era molta curiosità da parte del numeroso pubblico convenuto alla proiezione pubblica degli otto video finalisti. Il primo motivo era semplicemente ammirare i migliori cortometraggi pervenuti agli organizzatori, ovvero il Centro Musica Il Cascinetto di Cremona in collaborazione con il Tavolo Video di Attraversarte. In secondo luogo c’era il brivido della gara, perché, se è vero che l’importante è partecipare, è altrettanto vero che i giovani registi in gara devono essere stati attratti non poco dalla prospettiva di vincere fino a 750 €.
Ammetto fin d’ora che noi parteggiavamo, neanche troppo velatamente, per due video in gara opera di amici di Cremonapalloza, Sadomaso Rock’N’Roll dei Balotas e Virus Poker di Saul Paloschi, ma soprattutto eravamo curiosi di capire il livello delle opere presentate per capire cosa c’è in giro a livello di cortometraggi. Non dimentichiamo, infatti, che i lavori arrivavano da ogni parte d’Italia.
Veniamo alla serata: sappiamo dal foglio riassuntivo distribuito all’ingresso che a presentare le premiazioni sarà Michele Lanzi di Attraversarte, eppure lo vediamo seduto tranquillo in mezzo al pubblico. Sul palco sale Fabrizio Caraffini ad annunciare che i video saranno presentati in ordine dall’ultimo classificato fino al primo. Ben presto viene svelata la gag: Lanzi si alza dal proprio posto e reclama il diritto di essere il presentatore. I siparietti tra i due andranno avanti nelle successive proclamazioni unendole con il fil rouge della simpatia.
Un’altra cosa che sappiamo prima della prima proiezione è che sono state privilegiate le opere di racconto a scapito dei videoclip, questo sembra ridimensionare le ambizioni dei Balotas, ma rilancia quelle di Saul. Chi sarà l’ultimo classificato tra gli otto nomi presenti? E che video ci accingiamo a vedere? È importantissimo perché da questo dipende la qualità di tutti gli altri, se l’ottavo classificato dovesse rivelarsi bello potremmo concludere che gli altri sono almeno bellissimi e il vincitore poco meno che geniale.
L’ottavo classificato è Theory di Andrea Pavone: un videoclip bruttino di un gruppo gothic metal, mostra la band che suona la propria canzone all’esterno di una chiesa, con scarse soluzioni visive. Era pur sempre l’ultimo classificato, ma era lecito aspettarsi qualcosa di più (anche se qualcuno mi dice che a Superock passano di peggio).
Al settimo posto Ricordo a colori di Lorenzo Materazzo: una bella ragazza (ripresa in bianco e nero) rimpiange i momenti passati con l’ex ragazzo (i ricordi sono a colori), in questo caso si vede che una storia ha la meglio su un videoclip perché il filmato avrebbe meritato tranquillamente l’ultimo posto.
La qualità finora è bassa, ma questo fa ben sperare per i nostri beniamini, invece poco dopo la doccia fredda: al sesto posto si piazza Sadomaso Rock’N’Roll di Davide Zaini. Un videoclip, certo, ma anche una storia strutturata e buona tecnica, le risate del pubblico inoltre confermano la carica di simpatia del film e ricompensano i Balotas che in realtà erano già contenti di esserci.
Però quando viene proiettato il quinto classificato, Voglio di Riccardo Lorenzi, fa capolino una punta di fastidio: ma come? Un altro videoclip? E senza uno straccio di storia! Bel video, sia chiaro, potrebbe passare a MTV (il gruppo è quello dei Cardia), ma funziona così: il cantante si alza da un trono in strada e si mette a correre cantando preceduto dalla steadycam, alcune parole del testo appaiono come flash rossi.
Ai piedi del podio una bella idea: Schizofrenia lucida di Mattia Generali ci mostra un filmato stile dossier segreto anni ’60, con tanto di finte smagliature della pellicola, nel quale un volto digitale risponde alle domande di un inquisitore fuori campo. Stiamo assistendo a una fase di una terapia di recupero volta ad annullare i sogni e gli istinti ribelli di un giovane che infatti appare ormai inquadrato nella società, grazie alla privazione di ogni stimolo culturale-artistico-musicale. Come non pensare ad Arancia meccanica?
L’annuncio del quarto posto, se da un lato fa rilassare i concorrenti rimasti i quali sanno di avere guadagnato in ogni caso un premio, dall’altro fa sperare nel colpaccio ed è quindi comprensibile il mormorio di delusione dei numerosi amici del regista terzo classificato, Saul Paloschi. Il suo Virus Poker è una pulp story senza sangue (a uccidere è qualcosa di ancora più pulp delle pallottole) e con mille personaggi assurdi che, insieme al montaggio e alle riprese accelerate, ricordano lo Snatch di Guy Ritchie. Oggettivamente scarso il doppiaggio, ma tutto il corto è stato realizzato in un paio di sabati e non c’è stato tempo per i dettagli. Incredibile la quantità di nomi usati, il solo Saul appare nei vari ruoli di regista, attore, personaggio come Caruso Malaparte, Yuma Pazkowsky, Jimmy Revolver, Jack La Lupara, Frank La Mitraglia, Sawl Palowsky e Laus Phallowski…
A questo punto diventa fondamentale l’annuncio del prossimo corto che sarà proiettato che sancirà sia il secondo che, per esclusione, il primo posto. Secondo posto per Transgender di Elisa Serravalli, video che ha per protagonista un tizio strampalato che gira in biciclettina tra campi di grano e stanze di appartamento inseguendo forse un grosso palloncino rosso che dovrebbe simboleggiare qualcosa che a me è sfuggito. Inserti da un film di Tarkovsky, musica accattivante ben legata con le immagini ed ecco confezionato il bel prodotto artistico concettuale e simbolico che nessuno ha il coraggio di ammettere di non aver capito. Quindi secondo posto.
Primo ambitissimo premio per Pomeriggio Ore 6 di Alessandro Marinaro, clip della canzone omonima di un gruppo calabrese (Mandrax) che ha dalla sua una tenera e bella storia tra due persone anziane che nel video si comportano come ragazzini che devono mandarsi i messaggi di nascosto dai genitori e devono ingegnarsi per vedersi. Il punto è che questi due anziani sono ancora giovani dentro e quando si guardano allo specchio si vedono ancora giovani. Quando alla fine del video riusciranno a uscire insieme ecco manifestarsi completamente la bellezza dell’amore che è sempre giovane. Molto poetico.
Insomma una carrellata di video più o meno belli, all’uscita ognuno dirà la sua sulle posizioni della graduatoria, ma del resto ogni classifica fa torto a qualcuno. In ogni caso i video primi classificati erano sicuramente di buon livello e tutti avevano qualche bell’elemento. Infine tutti i video presentati testimoniano di una vitalità e di una ricchezza di idee che circolano in un campo artistico così espressivo, ma che raramente hanno la possibilità di mostrarsi. Bisogna dare atto a Video in Cantiere di essere una delle poche iniziative che concede spazi di visibilità ai giovani artisti del video.
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