Tecnologia

The Afternoon Of The Dead PC

Si! Può! Fareee!!!
Ovvero: come ti riesumo un pezzo di materia inanimata comunemente definita personal computer

Capitolo 1. Surprise
Fatti i collegamenti necessari (sottolineo la presenza di un cavo di corrente per il monitor composto da una prolunga + un normale cavo. Giuro di non aver mai visto in vita mia una siffatta prolunga prima d’ora) e premuto il pulsante di accensione (rosso del monitor, come quello che aveva Reagan nella sua valigetta), trik e truk mi legge due volte la RAM (28752?) e mi dice che c’ho un Quantum Fireball blah blah blah come master e none come slave. ma c’è un cd-rom. Che non c’è. Boh, lo abiliterò al prossimo boot.
Win 95. Quasi mi commuovo! Quante cazzate col Win 95! Io però non le facevo, lui da ingordo si divertiva a farle da solo… E non si smentisce nemmeno ora, infatti mi dà un bell’errore di registro e mi supplica di riavviarlo.

Cazz…

Reboot.

Abilito lo slave primario. None. Il cd-rom non c’è. Però c’è. Saranno i jumper settati male? Vedremo…
E vai con la modalità provvisoria. Disinstallo tutto ciò che si può (ovvero la metà, perché il resto non ne vuole sapere di levarsi dalle palle, tra cui due interessanti programmi per il calcolo del codice fiscale e del c.a.p. della tua città che pensano di essere indispensabili).
Reboot.
Errore di registro. Fottiti! Non ti riavvio neanche morto!
Guardo in Risorse del computer e leggo i cd-rom che inserisco. Wunderbar! Ma il drive non c’era?
E poi ti cambio la risoluzione!
Lui, che è permaloso, mi risponde con un frattale multicolore. Dopo aver perso un paio di minuti tentando di indovinare l’immagine nascosta (mi era parso di cogliervi un pesce…), spengo tutto.
Scollego il monitor e lo provo con gli altri computer da cui ottengo a diverse risoluzioni: uno schermo diviso a metà con un doppio desktop (ognuno compresso in metà schermo), una sovrapposizione degna di Zambrotta e un messaggio del dottor Spock (in vulcaniano).
Il monitor va solo a 640×280 a 256 colori.

Davide

Capitolo 2. Transistor Surgery
Ti do una tastiera diversa e non le rivolgi un carattere, ti ridò quella vecchia e mi dici che non c’è, ma che se premo F1 posso continuare. Moment. La tastiera non c’è. Premo F1 (che non c’è pure lui) e vai veramente avanti. Ti do un drive cd-rom diverso e neanche lui c’è.
Mi dispiace. Ti devo sbudellare.
Dal basso verso l’alto:
• scheda audio Soundblaster ISA (fuori dalla finestra senza alcun indugio…);
• modem che dovrebbe essere da 28k unspecified from Mexico (fuori dalla finestra pure lui…);
• scheda video PCI (risparmiata);
• porte COM1, COM2 e LPT1 collegate alla MB con cavi (mi piange il cuore, mi tocca risparmiarle…);
• un codice: PA-2002 (vitale!);
• 4 memorie EDO (informatevi sulla storia del Giappone e delle sue età per rendervi conto di ciò che significa).
Accosciati:
• un Pentium 75 MHz con un braccio meccanico recante un ventaglio. Questo mi intriga. Accendo il pc e il braccino agita il ventaglio sul processore, rinfrescandolo;

• un lettore floppy;
• un hard disk Quantum Fireball da 1 GB (ti prego, almeno tu…);
• un cd-rom con problemi di identità. Lui c’è. Ma la MB dice di no. Pure Win dice che c’è. Però il boot da cd non si può fare se la burocrazia dice che non ci sei… Ciò è un problema. Bon. Apro la copertura frontale e gli tolgo il pulsante del reset (che mi occorre per l’altro case dove mi si è bruciato), ché tanto lo resetto a martellate, i led rossi e verdi e il cicalino (pc speaker). Poi, visto che non so che farmene e che qualche verso dovrà pure farlo, gli rimetto i led e lo speaker. Che cuore d’oro.

Capitolo 3. Who Are You?
Chi sei? Cosa vuoi per funzionare?
Cerchiamo un po’ ’sto PA-2002 e troviamo, in mezzo alla convention del 2002 delle Pubbliche Amministrazioni per rendere i fagioli borlotti un prodotto di origine tipicamente italiana, parecchi «Non funziona», «Non va», «Una pessima MB», «Cosa posso fare?», «Perché?», «Ha ucciso Kennedy», «Era dentro alla valigetta di Marsellus Wallace»…
Fic…
È il nome della ditta produttrice. Fic PA-2002 è il modello.
E il sito americano della ditta è www.fica.com.
www.fica.com.

E aggiorniamo questa motherboard di fica, nella sezione Supporto con gli update dei bios. Ce ne sono un po’. Prendiamo l’ultimo.
«Attenzione! Contattate chi vi ha venduto il computer per effettuare questa operazione (Davide?) e comunque considerate che l’aggiornamento del bios è un’operazione non garantita che può bloccare il funzionamento di un computer, per cui anche se esiste un versione aggiornata del bios, se il vostro computer funziona correttamente, evitate di effettuare l’aggiornamento».
Il pericolo fa parte del mio mestiere, facciamo l’aggiornamento.
Scarico l’aggiornamento, lo metto su floppy e via. La cosa più pericolosa del mondo va liscia come l’olio. Ciononostante, il cd-rom, e saltuariamente la tastiera, non ci sono. Ma funzionano.
Come direbbe il poeta: «Fastidio».

Capitolo 4. Cosa ci devo fare con te?
Sei un ignorante strutturale. Fai funzionare delle cose che dici di non avere. Eppure dovresti essere intriso di conoscenza visto il tuo precedente padrone. Ma lo hai ingannato. Hai imparato tutto a memoria e l’hai dimenticato il giorno dopo. Sembri la presentatrice di Rieducational Channel.
Ti meriti un Windows 98. Si fa un bel boot con un vecchio floppy di ripristino il quale ridà dignità esistenziale al cd-rom, che pieno di aspettative fa partire il setup di Win 98.
Nell’attesa dell’installazione mi godo le deliranti affermazioni del tipo «Da oggi il vostro computer funziona meglio», «Facile da usare», «Multitasking», «I vostri amici», «Caffè» ecc. ecc.
Terminata l’installazione (con successo) mi ritrovo di fronte il problema del monitor, dal quale acquisisco una diffidenza verso qualsiasi prodotto sia marchiato Daewoo.
Windows funziona prettamente in modalità grafica; può anche non farlo, ma le sue capacità sono alquanto limitate.
E in più c’è l’abitudine. Per installare un programma si clicca due volte sull’icona del file di installazione. Installazione che si può fare dal prompt del DOS scrivendo, per esempio:
C:/Documents and Settings/Administrator/Documenti/nomefile.exe.
Alzi la mano chi ha mai fatto una cosa del genere. Io per esempio mai (tranne in questa occasione per installare Win 98).
Se vi siete lamentati con qualcuno per le prestazioni del vostro pc, molto probabilmente vi sarà stato detto di provare ad aumentare la memoria. Perché? Il motivo è alquanto ovvio: il computer riesce a “ricordarsi” quello che sta facendo più velocemente.
Sapete fare due cose contemporaneamente? Veramente contemporaneamente? O dipende dalla velocità con cui dovete farle e dalla loro complessità? Per il computer è lo stesso: non fa mai nulla, e sottolineo nulla, contemporaneamente. Per cui, se ascoltate un bel cd di musica mentre scrivete la tesi, ciò che fa il computer è passare da uno all’altro talmente velocemente da creare l’illusione della contemporaneità.
Il vostro desktop è esso stesso un programma. Per cui, se scrivete la tesi e ascoltate i R.E.M., il vostro computer sta facendo tre cose (e molte altre che non cito): il desktop, Word e Winamp. Più le cose che fa sono grosse, più memoria gli occorre.
Windows la memoria non la gestisce molto bene: provate ad aprire Word, Photoshop e Nero perché dovete scrivere i titoli dell’ultimo cd che avete ascoltato, modificare l’immagine di copertina e copiare (per sicurezza) il cd, passando da un programma all’altro. Ciao ciao alla contemporaneità, accogliamo i ritardi (se non avete un computer nuovo ultracazzuto).
A ciò non si può rinunciare, se si vuole a tutti i costi Windows. Ma l’unico costo che permetto a Windows è “gratis”, indi per cui, figo e alternativo, io installo Linux. Linux difatti permette di scegliere un utilizzo solo testo molto potente (senza peso del desktop), ottimo per questo caso.
Di più: sono strafigo e compro Linux Magazine (una volta all’anno), su cui leggo (febbraio 2003, quindi una volta ogni due anni…): «Microdistribuzioni Linux: utili per riutilizzare i tuoi vecchi 386 e 486».
Sì, forse ho trovato quello che ti ci vuole: una cura medioevale per la tua pipeline. Controllo un po’ gli indirizzi. Roba tristerrima. Siti che usano solo Times New Roman e link blu (attivi) e violetti (visitati). Odore di gente che si fa delle “sedie” guardando sequenze di codice binario.
Tra l’altro, nel sito di una delle più diffuse (Fd Linux) leggo (20 marzo 2004): «Mi sono felicemente sistemato in Iraq. Così potrò con ogni probabilità cominciare a lavorare, con l’equipaggiamento che mi sono spedito, nel tempo libero alle future release. Sono spiacente per il ritardo nello sviluppo, ma è duro un impegno militare […]».

Scelgo la cosa che mi sembra più normale: un estratto di Mandrake Linux 6 su due floppy. Li uso. Tedesco. So un po’ di tedesco. Tanto da rendermi conto che non si può usare un computer che parla tedesco.
Padre! Perché mi hai abbandonato? Allontana da me questo Pentium! (30 €)
Lo butto via. (30 €)
San Rocco chiude alle 17:00. Ancora in tempo. (30 €)
Potrei tenermi dei pezzi per emergenza, i meno malgiusti. (30 €)
Cosa me ne faccio. (30 €)
Figlio di putt… Dovrai funzionare!
Momento. I Windows stanno su un cd, perché dovrei installare un Linux che sta su un floppy? Giapperché?
Frenetico recupero una Red Hat 7.2 che tengo in mezzo alle cassette di Gigi la trottola e Tekkaman, chiedo all’oracolo di Delfi se posso installarla iniziando con un floppy e lui mi dice: «Certo! Volgi lo sguardo verso Oriente mentre inserisci il floppy e ripeti tre volte “olucnaffav”!».
È vero. Funziona. E bene.
Anzi, adesso lo attacco in rete e poi lo uso solo da shell remota, così faccio a meno del monitor, della tastiera e del mouse.

P.S.: un sentito ringraziamento al Prof. Anteguerra, senza il quale questa divertente e pedagogica esperienza non sarebbe stata possibile.

Riguardo l' autore

jami

non c'è spazio a sufficienza per scrivere tutto.

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