The 5.6.7.8’s – Live @ Spazio Verde Luna, Sarmato (PC), 05/08/2004
Giovedì 5 agosto 2004 entrerà nella storia come una delle serate più deludenti della mia vita da fan musicale generico. Ora vi spiego perché.
Prologo
Nella suddetta data si sono esibite a Sarmato (paese assolutamente superfluo della provincia piacentina) le giapponesi The 5.6.7.8’s, gruppo rock’n’roll/surf, composto appunto da tre giappe (basso, chitarra, batteria), famose in Italia principalmente per il loro cameo all’interno di Kill Bill Volume 1, il quarto film di Quentin Tarantino. Per chi non se ne ricordasse, erano le tre donnine di giallo vestite che suonavano all’interno del locale dove La Sposa uccide con una katana gli 88 Folli e altri personaggi geniali.
Date queste premesse mi capirete quando vi dico che le aspettative erano abbastanza alte, oltre che per il concerto in sé, anche per l’atmosfera del film che immaginavo si sarebbe respirata… «Figata», mi son detto, «avrò lì davanti le tre giappe che hanno partecipato al film, che hanno fatto da colonna sonora al lunghissimo piano sequenza dell’arrivo della Sposa, che hanno non poco contribuito a dar forma a quell’atmosfera meravigliosa…», e altre vaccate del genere… Bene, raccattato il passaggio in macchina partiamo alla volta di Sarmato (paese del piacentino famoso per il dubbio sulla posizione dell’accento).
I fatti
Il concerto si svolge all’interno di una serata dedicata alla cultura giapponese; è possibile gustare piatti tipici del Giappone, acquistare o noleggiare vhs e dvd tipici del Giappone, farsi fare massaggi rilassanti tipici del Giappone, comprare fumetti tipici del Giappone e vedere anche persone tipiche del Giappone. Come noi molti altri si sono presentati a Sarmato (paese del piacentino famoso per la gelateria con il barista più brutto del Nord Italia) solo ed esclusivamente per vedere alle ore 20:00 il concerto del gruppo surf più famoso di tutto il Giappone. E come noi molte persone rimangono basite quando scoprono che alle ore 20:00 è previsto l’inizio della serata a tema, ma non del concerto in sé, che comincia invece alle ore 23:30 abbondanti, preceduto:
• da un altro concerto, tenuto da una famosissima eppur noiosissima cantante lirica giapponese che suona un asse da stiro tipica del Giappone e ne cava, e cito, «suoni che volano» (mi assento la prima volta per bere una grappa bianca secca in gelateria);
• dall’ascolto di almeno tre cd di musica surf (mi assento una seconda volta per non sentire troppa musica surf ininterrottamente);
• dall’arrivo di due motociclisti, tipici del Giappone, con tanto di mascherina da Folle fatta male. Trovata pubblicitaria che ha dell’aberrante.
Quando finalmente, dopo ore di attesa all’interno di una gran massa di gente, il concerto comincia, e sembra che ormai nulla potrà più andare male, si scopre che il soundcheck era stato fatto da una gallina del pollaio del sig. Cecchi, residente in Sarmato. Per dirla con un esempio, si potevano tranquillamente sentire i commenti del personale di servizio in fondo al pubblico sovrapporsi alla musica; per dirla invece con un giro di parole, non si sentiva una sega.
A questo punto, a metà della prima canzone, mi assento definitivamente per gustare un gelato (brutta copia di un Magnum) e per andarmene.
I giudizi che io ne traggo (di 32 che io ne ho)
Il giudizio del concerto è purtroppo inscindibile dal contesto in cui era calato. Dico purtroppo perché sono tuttora convinto che le 5.6.7.8’s siano un gruppo surf che meriti di essere visto e ascoltato dal vivo. Ma non si possono perdonare le mancanze dell’organizzazione della serata che ha fatto da cornice al concerto:
• in primis, la locandina: su di essa sono perfettamente visibili il nome del gruppo e l’ora di inizio (ore 20:00). Sarebbe, però, stato più giusto (e più onesto) spiegare che il concerto sarebbe cominciato alle ore 23:30 e la serata tipica del Giappone alle ore 20:00, risparmiando quindi alla metà della gente un soggiorno forzato a Sarmato;
• secondariamente: le tre simpatiche donnine sono in giro dalla fine degli anni ’80; questo significa che hanno alle spalle un’esperienza almeno decennale; il che mi porta a supporre che ai loro concerti il pubblico riesca a sentirle. Io non so se la pessima qualità del lavoro del tecnico del suono sia da imputare ai roadie che le seguono o al Radio Elettra per corrispondenza autoctono, ma il minimo che ci si aspetta quando ci si reca a un concerto è di sentire la musica. Tanto più che i cd di surf che hanno messo nell’attesa erano a volume ben maggiore;
• in proposito, un’ultima osservazione, solo perché sono un rompicoglioni io: la musica surf è molto ripetitiva, constatazione questa che prescinde da qualsiasi giudizio di valore e di gusto. Non si può far ascoltare a un pubblico che aspetta per ore di ascoltare un gruppo surf tre (3) album di musica surf. È più simile a una tortura che a un intrattenimento.
Voti
Un 3 molto sentito alla serata in totale. E ho pure la spillina del gruppo (1 €) a ricordarmela. La grappa e il gelato erano comunque sufficientemente buoni: 6.
Foto di Dave Monteverdi