Tre Uomini E Due Gamba – Live @ Migliaro, 12/09/2004
A volte nella storia abbiamo il privilegio di assistere ad eventi così straordinari da diventare parte del patrimonio culturale comune. 1969: l’uomo va sulla luna; 1971: va sulla luna di nuovo; poi per moltissimo tempo non è avvenuto più niente, fino a domenica 12 settembre 2004, quando Tre Uomini E Due Gamba hanno suonato alla sagra del Migliaro. Le sagre sono più o meno tutte uguali: in tutte ci si vede con tutti quelli del paese, in tutte, se c’è la volontà di farlo, si può bere e mangiare fino a perdere la dignità, in tutte c’è la lotteria o pesca che dir si voglia, in quelle più esagerate c’è addirittura il gruppo di liscio. Un momento: stasera sono qui con i miei amici a mangiare la porchetta con le patatine fritte, eppure di lisciaroli nessuna traccia.
No, stasera si rivoluziona e si modernizza il concetto di sagra: stasera si suona il rock’n’roll. Basta con la tradizione melodica, è pappetta per i nonni.
Tre Uomini E Due Gamba salgono sul palco e le urla delle ragazzine coprono qualunque altro suono: le groupies in erba lanciano sul palco la biancheria intima, ma i cinque Dei sono impassibili. Nei loro sguardi, la convinzione; nei loro pensieri, un solo obiettivo: tirare su più cinema dei Queen a Wembley nel 1986. E ci riusciranno.
Il logo della band è solo in apparenza disegnato a mano, col gesso, su un pezzo di striscione nero: in realtà è un’immagine composta da sedici maxischermi i cui proiettori sono issati dietro al bancone della birra.
Il concerto comincia nel delirio collettivo, sulle note di un celebre blues, talmente celebre che sapete già quale intendo, è inutile citarlo. Poi Kansas City e poi un altro blues ancora più celebre di quello di prima: se quello lì era inutile citarlo, nominare questo sarebbe quasi offensivo. Sì, è quello lì, proprio quello che state pensando. Celeberrimo, no? Quarto brano in scaletta è Sweet Home Chicago, che Tre Uomini E Due Gamba scrissero sotto acido nel 1967 a San Francisco, e che i mitici The Blues Brothers ripresero nel noto film. La folla si agita sotto il palco e cominciano i primi casini. Un tizio del pubblico è convinto di aver sentito dire dal suo vicino «Migliaro merda!» e, senza pensarci due volte, l’ha infilzato in un occhio con la forchettina di plastica usata per mangiare. Sangue a fiotti, dopodiché arriva l’ambulanza e la situazione si ricompone. Il colpevole si confonde nella mischia e non sarà più preso. C.R., ricoverato in ospedale, riuscirà a cavarsela con un bel po’ di punti di sutura. Dirà di non aver mai pronunciato la frase in questione, ma al contempo si rifiuterà di dichiarare ciò che effettivamente aveva detto. Poco credibile.
Conclusa la parte blues, scatta il revival rock’n’roll anni ’50: La Bamba, che Tre Uomini E Due Gamba scrissero sotto cocaina in un anno non meglio precisato (ma pare che la polvere, di quei tempi, fosse di qualità sopraffina), Great Balls Of Fire, che scatena i rocker indemoniati nel loro shake tra le prime file, Johnny B. Goode, dedicata per l’occasione allo scomparso chitarrista dei Ramones (e pensate quale lungimiranza da parte della band, dato che Johnny Ramone morirà solo tre giorni dopo, il 15 settembre), Rock Around The Clock, sulle note della quale i tafferugli sfociano in vera e propria rissa. Tutto nasce da alcuni maniaci dei Sex Pistols, che volevano che il pezzo fosse eseguito nella versione irriverente di Sid Vicious e soci, mentre i Nostri Affezionatissimi si erano rifatti, egregiamente, all’originale di Bill Haley And His Comets. A questo punto, il concerto si interrompe e il chitarrista arriva al punto di minacciare il pubblico, come Keith Richards ad Altamont, dicendo che la band smetterà di suonare se le acque non si calmeranno.
Le acque si calmano, anche grazie al molto meno demoniaco capolavoro del doo-wop che segue: The Great Pretender, dedicata al nostro Presidente del Consiglio. Il pezzo viene eseguito per metà, poiché in medley con la magnifica What A Wonderful World, in cui il cantante e bassista della band sfodera la grandiosa voce a cui Louis Armstrong si è ispirato per la sua cover di questo brano, che Tre Uomini E Due Gamba scrissero a New York nel 1929, durante il crollo di Wall Street.
Si ritorna al rock’n’roll con la classicissima Twist And Shout (la & commerciale malandrina che compare sulla scaletta ufficiale ha già reso quel pezzo di carta una rarità di inestimabile valore, che noi di Cremonapalloza possiamo proporvi in esclusiva). Poi, il funk di Long Train Running e la bellissima ballata Starry Night, che ha un suono simile a quello di Joe Satriani.
A questo punto, tutto sembra filare liscio verso la conclusione del concerto. Sembra.
Dopo Don’t Look Back In Anger degli Oasis, in scaletta c’è Cocaine, il secondo pezzo della serata dedicato alla magica polverina. Finché il gruppo si limita a suonare, il clima è abbastanza sotto controllo: ma, in seguito, durante l’assolo centrale, il chitarrista invita sul palco una giovane e seminuda groupie, le sparge una striscia sul petto e sniffa! A questo punto, la polizia, già presente poiché chiamata in seguito ai precedenti disordini, interviene irrompendo sul palco. Un agente tira per un braccio il chitarrista, sdrucendogli la giacca di lustrini fucsia. Il Favoloso Musicista, per tutta risposta, colpisce il poliziotto in pieno volto con un pugno, ottenendo effetti ancor più devastanti grazie al plettro occultato tra anulare e mignolo. È la goccia che fa traboccare il vaso: il concerto finisce nel caos, con il chitarrista che viene arrestato e il tastierista che viene picchiato dalla polizia senza alcun motivo. Fortunatamente, il cavo che collega la chitarra all’amplificatore è sufficientemente lungo da permettere alla band di completare il concerto con il chitarrista in remoto: viene eseguito in fretta e furia un celeberrimo funky, all’interno del quale vengono presentati i membri del gruppo. La volante si allontana con il cavo della chitarra che esce dalla portiera e niente, finisce così.
Volevo solo precisare che no, non mi sono drogato prima di scrivere questo pezzo e che sì, sono deficiente.
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