Alpha Blondy – Live @ Fillmore, Cortemaggiore (PC), 06/12/2007
È tornato in Italia Alpha Blondy, il più famoso esponente della musica reggae africana, con tre date: Piacenza, Rimini, Milano. Il 6 dicembre, al Fillmore, nonostante fosse un giovedì, la serata si è preannunciata da subito seria, misurata dai metri di distanza dal locale per trovare parcheggio. I concerti italiani hanno toccato solo il nord, così alcuni fedeli del cantante ivoriano dislocati anche in altre regioni hanno scelto la data piacentina.
Il brulicare del Fillmore aumenta con l’attesa, un’attesa che diventa quella di una star raggiunta quasi dall’ora di ritardo… Ed è proprio così, una stella venerata e ammirata da decenni, soprattutto per gli africani che puntuali si sono presentati all’appuntamento, per lo più senegalesi, ivoriani e ghanesi; l’artista incarna l’icona principale del reggae africano, per il suo popolo rappresenta quello che Bob Marley è stato per i jamaicani. I suoi testi, intrisi di profonda spiritualità e critica sociale, hanno aiutato a interpretare molti degli accadimenti che negli ultimi vent’anni si sono verificati in Africa e non solo. Uno dei temi più cari ad Alpha Blondy è sempre stato il richiamo a evitare che le diverse religioni fossero un motivo di separazione. Anzi, per l’artista il credere in Dio, qualunque sia il nome che gli si vuole dare, deve essere un motivo di unità. È quindi pertinente l’attacco del concerto con Jerusalem, uno dei suoi cavalli di battaglia, che visti i tempi non perde mai attualità e forza. Nonostante ormai prossimo ai cinquantacinque anni, l’energia è ancora quella del suo primo album dell’83, Jah Glory, salta sul palco, saluta e abbraccia la prima fila entusiasta. Due chitarre, basso, batteria due trombe e sax, sintetizzatore e le inseparabili coriste.
Ma con Alpha Blondy non si tratta solo di suoni, musica, ma vibrazioni, un cammino lineare che riporta la musica reggae alle sue radici ancestrali. Ai tamburi, ai canti e ai riti di un continente che cerca difendere la propria cultura, le proprie tradizioni. Un continente che attraverso la musica porta avanti le sue istanze di pace, giustizia e libertà. Alpha Blondy incarna tutto questo. «Non esiste una democrazia armata», dice Alpha. Numerosi gli interventi per ricordare quante sono le guerre ancora in atto e quanto poco sia scontata la richiesta di pace, specie nel continente africano: «Pace in Somalia, pace in Sudan, pace in Liberia, in Costa d’Avorio, Algeria, in Iraq… E naturalmente in Palestina». E se anche il cantante non si discosta dalla tradizione natalizia che vuole molti artisti uscire in occasione delle feste con un album collection, il suo Jah Victory infatti contiene molti brani datati e riarrangiati, l’album rappresenta anche la vittoria, più o meno temporanea, del buon senso dopo una guerra civile che ha sconvolto la Costa d’Avorio.
Due ore serrate di concerto ballato con brevi ma intense pause in inglese, francese e dioulà a ricordare anche, con parole e suoni, uno dei più grandi rivoluzionari d’Africa, Thomas Sankara, a vent’anni dalla sua uccisione.