Micah P. Hinson – Live @ Spazio 211, Torino, 30/01/2007
I concerti che non ti aspetti sono più belli.
Sono le dieci del mattino quando Ale mi annuncia, tramite sms, che allo Spazio 211 la sera avrebbe suonato Micah P. Hinson. Sussulto, sorrido e poi penso che i ragazzi del 211 sono così, quasi disinteressati ai loro concerti, non si sbattono, tanto sanno che a Torino la gente si muove e arriva, soprattutto quando a suonare c’è gente brava.
Entro allo Spazio e noto subito che il pubblico è quello giusto, sia come quantità (150/200) che come qualità, per intenderci gente che ha voglia di ascoltare, cantare poco e parlare meno, lo so, ai concerti divento integralista.
Il timido e impacciato ragazzo texano sale sul palco verso le 23:00, accompagnato da un compare che si alterna, con non poca virtù, tra la batteria, la chitarra e un improbabile mandolino.
Spetta a Close Your Eyes aprire il concerto, la stessa canzone che apre il primo disco di Hinson, quello che segna la svolta della sua pur giovane vita, che passa dal buio della droga e dell’abbandono alla luce, seppur tenue, di una scena musicale di nicchia, ma in continua evoluzione.
Per circa un’ora e quaranta Hinson alterna i pezzi presi dai tre lavori pubblicati, rimarcando con alterazioni strumentali e vocali tutto il suo disagio adolescenziale.
Due splendide versioni di The Nothing e di Patience le chicche della serata.
Alla fine me ne vado contento e soddisfatto e solo in macchina mi rendo conto che non ha suonato The Possibilites, la sua canzone che preferisco, poco male, la ascolterò a casa.
Nota di merito ai ragazzi dello Spazio 211, perché 6 € per un concerto del genere sono veramente pochi.
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