Cremona Busker Show, 31/08-02/09/2007
Signore e signori, mai mi sono divertito tanto a una manifestazione pubblica a Cremona (nel senso che i festini privati sono fuori concorso).
Tanto per cominciare, spettacoli di ogni genere ovunque che si susseguivano e si alternavano, poi gente e voglia di far festa a go-go, gente che si divertiva, gente felice, roba etnica, gente che aveva voglia di vivere…
In particolare devo citare:
• danze rituali tradizionali dell’India. Ho riconosciuto che venivano rappresentati episodi delle sacre scritture induiste;
• ballerine di flamenco. Brave, belle e simpatiche, sabato hanno raggiunto il culmine dicendo: «Questo è il nostro cd: se lo comprate bene, se no è un problema perché noi li abbiamo portati dalla Spagna e li dobbiamo portare indietro, quindi se vi piace compratelo, se non vi piace compratelo e datelo a un altro, che va bene anche come regalo»; «A noi piace molto suonare in Italia e ci dà l’energia anche per andare in Svizzera, Belgio, Olanda dove la gente non ci applaude perché non capisce niente»; «Queste danze si fanno nelle feste a Siviglia, e le ballano per strada la gente comune, certo noi le balliamo meglio, se no non saremmo qua». Domenica, invece: «Voi vedete che noi sorridiamo, voi pensate che siamo contente? No! Noi siamo stanche perché è il terzo giorno di festival, quindi ci fa piacere se sorridete anche voi»;
• gruppi di musica balcanica. Ce n’erano due, uno di loro ha dato il meglio suonando sabato fino alle due, l’altro domenica suonando e sabato ballando insieme al pubblico come pazzi fino alle due (il leader del gruppo, fisarmonica e voce, per chiedere un bis urla da sotto il palco: «Vogliamo morire!». Questi ultimi si sono distinti anche facendo del gran casino sabato, ascoltando il gruppo goa (e l’accento cade sulla bellissima clarinettista rasta);
• goa strumentale. Veramente bello, io non vado pazzo per la goa ma questi erano veramente bravi a suonare, e facevano della musica veramente raffinata, elaborata e originale. All’inizio io ero l’unico che ballava in mezzo a dei tipici vecchietti cremonesi che ascoltavano affascinati, interessati e un po’ disorientati, poi sono arrivati i ragazzi che avevano appena suonato in galleria, iniziano a fumarsi i cannoni (in Piazza Roma!), a ballare e a fare casino, quando arrivano due pinguini a dire che era ora di smettere con la musica, ma la folla reagisce a urla e chiede la musica e i ragazzi che suonavano incitano… La situazione rimane un po’ in stallo fino a che la gente all’urlo: «Tutti a Parco Po!», non si dilegua. E il mio sogno di un rave illegale nel centro di Cremona scompare, ma non ci eravamo mai andati così vicini;
• percussionisti brasiliani (non quelli della capoeira, gli altri). Veramente bravi, veramente vicini alla tradizione, complimenti anche ai cantanti, che ci mettono un’energia incredibile;
• sabato dopo la festa. Parco Po, finisce il concerto, non passa neanche mezz’ora e un individuo (che poi ho scoperto abitare a Roma) con una chioma bianca riccia voluminosissima, dei baffi bianchi, vestiti colorosi, tira fuori una fisarmonica (più avanti si distinguerà suonando strane percussioni e facendo strani canti in lingue sconosciute)… Ed è la jam session definitiva! Un’intera sezione di ottoni, due fisarmoniche, tre chitarre, un contrabbasso, due violini, una quantità di percussioni che non sono stato neanche a contare, e non ricordo cos’altro. Prima tutti insieme, poi i brasiliani iniziano a picchiare forte sulle loro percussioni e prendono il sopravvento, ma i fiati non demordono e i brasiliani solidarizzano, e parte un interessante gioco ritmico di ottoni e percussioni, delirio collettivo, gente che balla… I brasiliani si stufano… è finita? Spagnoli e sudamericani vari con chitarre iniziano a suonare canzoni popolari, i violini gli vanno dietro e vengono fuori i tamburelli… Un brasiliano dall’età avanzata, e una bianca chioma di dread chiede la chitarra e si lancia in virtuosismi su vecchi motivi popolari del proprio Paese, poi fa da accompagnamento a un giovane brasiliano che invece canta in modo più moderno e più energico (quasi rappava), e così via… Il baracchino che vende da bere va avanti fino a dopo le cinque (da non credere a Cremona!) e io timbro il cartellino alle sette meno un quarto! Da ricordare: la più bella della serata era una violinista greca;
• domenica dopo la festa: finisce il concerto, ma la gente non ci sta: chiede il bis. Dopo molti sforzi i musicisti tornano sul palco, la gente batte le mani e i musicisti iniziano a suonare, il ragazzo al microfono dice: «Questo non era previsto, stiamo improvvisando sul battito delle vostre mani, tutto questo è bellissimo!». Suonano ancora un po’ fino a che il solito leader del gruppo non dice: «So che nel pubblico ci sono molti musicisti, salite tutti sul palco!». Si fa rivedere il tizio romano dai capelli bianchi, una serie di percussionisti brasiliani (mi sembravano quelli della capoeira), il rastone che suonava nel gruppo goa strumentale il didgeridoo (o come diavolo si chiama quel tubo lungo dentro cui si soffia e fa strani suoni)… Ed è ancora una volta jam session, questa volta però finisce solo alle due… peccato.
Che altro dire? +100 punti a Cremona!
Fotografie di Walter Borghisani
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