I film d’essai del Cine Chaplin e del Cinema Tognazzi
Posso ormai parlare di vero e proprio tunnel da cineforum, mi ritrovo il lunedì e il martedì sera a sedere dentro sale cinematografiche se non proprio gremite almeno discretamente occupate, fenomeno che ultimamente non accade più così spesso, tranne nei casi di qualche blockbuster yankee d’assalto. Con una piccola differenza: il film d’essai lo danno una sola volta, se non hai avuto l’accortezza di procurarti il programma per tempo lo perderai quasi sicuramente, e nonostante ciò il seguito è sempre più confortante. Il film di cassetta invece te lo tengono su un paio di settimane, ma se The Aviator a Cremona lo avessero dato solo un lunedì sera non ci sarebbe andato nessuno.
In città ormai sono fioriti i video self service 24h, tu vai lì, ti carichi la tua tessera con quanto ti pare e puoi subito partire coi noleggi, se prendi per sei ore paghi 50 centesimi la visione. Una considerazione personale: una visione dura circa due ore, io i film li guardo con la Pupina, siamo in due, formalmente dividiamo la spesa («Dai noleggio io, che l’altra volta hai fatto tu e ci siam pippati quel filmaccio francese che te lo raccomando…»), ergo, sempre formalmente, noi paghiamo 25 centesimi a testa per il noleggio di sei ore, durante il quale potremmo anche vedere tre volte il film, cioè circa 8 centesimi a testa a visione “pura”.
Al cinema ormai paghi quasi sempre 7 euri a testa per entrare, sorbirti gli intolleranti che mangiano popcorn e patatine anche alle 21:00 di sera, sentire compagnie che chiacchierano amabilmente di fatti loro davanti a te, con pettinature da urlo a quattro piani che ti cancellano la visuale e ti fan venire le nevrosi.
Domanda: chi me lo fa fare di mantenere ancora un sistema cinematografico così coi miei soldi? Nessuno. Sarei proprio un idiota a regalare ancora soldi a questo pachiderma macinasoldi che piano piano crolla su sé stesso.
Però c’è il cineforum. E questa è una buona cosa. C’è gente appassionata che ci tiene, che si sbatte per fare arrivare a Cremona film di cui vedi e leggi ma che in passato non sarebbero mai arrivati. E io e la Pupina, il cineforum, l’abbiamo scoperto! Una sera a settimana, 5 euri o ancora meno se fai la tessera, film quasi sempre di buon livello. In due settimane, tra il Chaplin e il Tognazzi, siam riusciti a vedere: Alla luce del sole di Faenza, sulla vicenda di don Puglisi, prete ammazzato dalla mafia, con un grande Luca Zingaretti; Lavorare con lentezza, di Guido Chiesa, sull’esperienza bolognese dell’indipendente Radio Alice nei tardi anni ’70, con graditi ospiti a sorpresa e dibattito; Ferro 3 – La casa vuota, del coreano Kim Ki-duk; l’ultima fatica di Patrice Leconte, Confidenze troppo intime, con uno strepitoso Fabrice Luchini e una Sandrine Bonnaire misteriosa e piacevolmente appetitosa; e ancora un affascinante e stimolante 2046 del regista di Shanghai Wong Kar-wai. Abbiamo anche preso delle cantonate, io e la Pupina, un terribile e vergognoso Pornocrazia di Catherine Breillat, porno d’autore di filosofico intento al limite del ridicolo con Rocco Siffredi («Dai Cizzu, andiamocene…». «No Pupina, mi vergogno a far vedere che non lo capisco!»), e un Tarkovskij ottimo (Andrej Rublëv) ma troppo lungo da poter seguire fino alla fine (c’è gente che si alza alle sei la mattina!). Ma queste eccezioni rendono più ricco il tesoro delle visioni positive.
Il cineforum ha cambiato la mia ottica quasi definitivamente, è un piacere arrivare al cinema e trovare la sala densa e ansiosa dell’inizio del film. Un modo davvero intelligente per fare in modo che il cinema continui a essere considerato un’arte. Da tenere in grande considerazione come alternativa al blockbuster system.