31ª Vogalonga di Venezia

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Cronaca di un’impresa

Il 15 maggio 2005 si è tenuta la 31ª edizione della Vogalonga di Venezia, la tradizionale regata di voga che si snoda nelle acque della laguna e nei canali di questa città, unica per bellezza.
La partenza è fissata nel bacino di fronte a Piazza San Marco, dopodiché, aggirata Sant’Elena, si passa per le isole delle Vignole, Sant’Erasmo e San Francesco del Deserto fino ad arrivare a Burano, da qui ci si dirige verso il Canal Grande di Murano, costeggiando le isole di Mazzorbo, Madonna del Monte e San Giacomo in Palude. Si entra in Venezia dal canale Cannaregio per poi immettersi nel Canal Grande fino all’arrivo alla Punta della Dogana. Davanti a Piazza San Marco.
Grandissima l’affluenza: oltre 1400 le imbarcazioni di ogni tipo, con equipaggi provenienti da ogni parte dell’Italia e del mondo, per un totale di 5165 vogatori. Numerosi anche gli equipaggi cremonesi, tra cui l’equipaggio della Suini Marchi su jole a quattro remi e quello della Love Boat con una potente jole marina a quattro. Tra le due squadre sono subito scintille già in autostrada, e la sfida tra le due barche è già dichiarata, seppur la categoria sia diversa e la regata non sia a carattere competitivo.
I Suini arrivano nella Serenissima al sabato, per saggiare le condizioni delle acque della laguna, così diverse da quelle fluviali a cui sono abituati, e per farsi pelare il muso nei vari ristoranti, bar, chioschetti, parcheggi e cessi della città.
Giusto il tempo di un giro in Piazza San Marco, spostandosi poi sui canali e a Rialto, dopodiché la squadra rientra a Mestre, dove si trova l’albergo del ritiro, e dove alloggiano anche i rivali. Il clima di sportività è esemplare con le due squadre che cenano insieme allo stesso tavolo con brindisi a base di latte e cognac e poi tutti in branda perché la sveglia è all’alba. Voci di corridoio parlano di un’aggressione notturna ai danni di Cailo, il Capitano della Love Boat, che dormiva solo nella sua stanza. Non si capiscono ancora adesso i motivi del folle gesto.
Il mattino dopo ci sono le prime defezioni: Elia, uno degli elementi di spicco della barca dell’amore è costretto a gettare la spugna per stato influenzale, mentre i Suini si presentano a San Marco senza la punta di diamante Steven, “il fenomeno 25 cavalli”, come è stato soprannominato dai tifosi, che non è riuscito a raggiungere Venezia causa guasti alla moto.
Un roboante colpo di cannone, che squarcia il silenzio sparso del bacino, dà la partenza.

La Suini Marchi parte male ma riesce a tenere la scia dei diretti rivali, prova anche a passarli in più di un paio di occasioni, ma ogni tentativo è destinato a scemare. I remi si toccano. “Il timoniere d’esperienza” Manu Fontana non riesce a trovare spazio nella selva di imbarcazioni. Il distacco si allunga ancora di una trentina di metri. La Suini Marchi prova la tattica mimetica, si sposta più verso Vignole, esce dallo sciame di imbarcazioni, prova a passare sotto il naso degli avversari, ma la Love Boat è imprendibile. Volano cori di sbeffeggio.
Il ritmo comunque è buono, ai remi Capitan Badio e “il sabotatore” Stefano Rossetti, non cedono nulla di più agli altri, fanno sentire il loro fiato sul collo degli inseguiti, che ricordiamolo hanno sempre il doppio dei rematori. A prua “la piccola vedetta lombarda” Jami, che sembra Maradona il giorno dell’arresto, coadiuva perfettamente il bambino prodigio al timone.
L’inseguimento dura fino all’imboccatura del canale di Sant’Erasmo e di fatto questa sfida, che aveva già acceso gli animi nelle settimane precedenti, finisce qui, dopo soli sette chilometri. Mentre l’equipaggio della Love Boat ci mette mezz’ora a cambiare, la Suini Marchi effettua un cambio rapidissimo, aiutata anche da una buona dose di esperienza in più, e infila l’imbarcazione rivale senza più voltarsi indietro. Viene intonato l’inno nazionale russo come colonna sonora alla potenza vogatoria esibita.
Il resto è una volata trionfale con i nostri che, per non perdere il gusto della sfida, improvvisano duelli con altre imbarcazioni e, più i chilometri si aggiungono ai chilometri, più l’orizzonte a poppa della Suini Marchi è sgombro da qualsiasi Love Boat.
La regata continua tranquillamente, per le acque della laguna attraversando Burano, con le tipiche case colorate, e Murano, fino ad arrivare al Cannaregio dove è da segnalare il grande apporto del “sabotatore” che scambia insulti con equipaggi stranieri e districa la jole dall’orgia di barche che si forma in questa stretta imboccatura. Il passaggio sul Canal Grande è spettacolare e suggestivo, salutati dal pubblico assiepato ai lati del canale o sui ponti.
Mentre la Suini Marchi vola verso San Marco, “il timoniere d’esperienza” non riesce a trattenere le lacrime di commozione, un particolare che contribuisce a rendere più umano questo personaggio, che appare a chi non lo conosce come un computer delle correnti, preciso e freddo, quasi privo di emozioni.
Annunciati all’arrivo, i ragazzi sono i primi su una jole, sono le 13:10. La barca rivale, la Love Boat, arriverà alle 14:00. Buona anche la loro prova, l’equipaggio ha dimostrato di essere compatto, ma forse è mancato quel pizzico di esperienza per gareggiare alla pari.
Si chiude così la 31ª edizione di questa splendida regata, che vale veramente la pena di essere vista, su una qualsiasi imbarcazione. Con un remo in mano.

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Roberto Badioni

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