Balotas – Live @ Fashion Café, Persichello (CR), 12/03/2005
Atto I – Attesa snervante
Sabato 12 marzo, tutta la Cremona alternativa si è data appuntamento al Fashion Café di Persichello per partecipare a un sinistro ritrovo. Tra i presenti serpeggiava l’impazienza per la doppia portata che il menù della serata proponeva: concerto dei Balotas (supportati dai Chinasky Whiskytown) per far vibrare i timpani e rinfrancare lo spirito; proiezione del videoclip nuovo fiammante di uno dei brani-manifesto, Sadomaso Rock’N’Roll, per risvegliare gli istinti sopiti con qualcosa di fottutamente sexy e violento.
Atto II – Uno shot di whisky per scaldare il pubblico
Il Fashion Café è il posto più assurdo che la storia ricordi, con la sua voglia repressa di essere maranza e “strano” al tempo stesso, con la sua luce dominante verde, con i suoi aficionados riconoscibili dallo sguardo gangsta rap del tipo «Tu cosa ci fai nel mio territorio?», con i suoi tavolini postmoderni, con la sua musica pattume, con la sua aria plasticosa, tipica di tutto ciò che non rockeggia. Un territorio di conquista mica facile: per questo è stato così bello dominarlo con epica potenza.
Sul non-palco si sono presentati i Chinasky Whiskytown, il cui leader, cantanchitarcabarettista, ha un ruolo fondamentale nelle performance dei Balotas, in particolare per le magistrali interpretazioni, di nostrana ispirazione, del grezzissimo Cont-Adino. I quattro hanno suonato una manciata di brani di onesto rock dei vecchi tempi, dal retrogusto indolente del southern rock, con testi sempre attuali (paranoie femminili, pornografia, risvegli badilati post-serate probanti ecc.), infilando però degli episodietti dal sapore meno classico (come il brano, in inglese, cantato dal chitarrista), il tutto condito da introduzioni parlate, talvolta assolutamente illuminanti. Insomma, il set giusto per scaldare l’ambiente.
Atto III – Vogliamo il sangue!
I Guardiani delle Porte dell’Inferno hanno consegnato le loro chiavi ai Balotas, questo è ormai assodato. Perché quando i Sovrani del Rockabbestia imbracciano gli strumenti, resistere alla diabolica tentazione è inutile. La composizione del pubblico è assolutamente eterogenea, l’affluenza ai concerti è sempre crescente, con un proporzionale aumento dei partecipanti decisi a immortalare in qualche modo l’evento: le macchine fotografiche e le videocamere fioccano. E chi le ha portate, ne ha avute, di cose da documentare. Eccome, se ne ha avute.
Il set della serata è percettibilmente più breve rispetto alle ultime due o tre uscite, ma, al di là della ciliegina ampiamente compensativa rappresentata dalla proiezione, bisogna anche dire che Dani Balota ha dovuto picchiare duro sulla batteria pur avendo la devasto-febbre a 38° e anche più, forse. Io, prima del concerto, le ho suggerito di simulare uno svenimento verso una delle ultime canzoni: chiudere con un’interruzione del genere avrebbe avuto il suo fascino malato. Non se ne è fatto nulla, comunque voto 10. Stoica.
Da segnalare, all’interno dell’impeccabile tracklist (che, come sempre, ha alternato con sapienza velocità, potenza, perversione, divertimento, tecnica – ma che assoli paura spara Jonny?), un grande ritorno: dopo lungo tempo, infatti, si è rifatto vivo il mellifluo Ricky Apple, che ha deliziato i presenti con la sua dolcissima interpretazione del celebre tema del film Il tempo delle mele. Carezze, bacini e sguardi languidi: è questo il marchio di fabbrica del (presunto) amante di Helmutt, il marinaio belga, anch’egli presente, che naturalmente si è esibito con la classica, raffinata cover di Hotel California degli Eagles. Durante il toccante (nel vero senso della parola, a giudicare dai palpeggiamenti volati qua e là fra Helmutt e qualche tizio/a) brano, ho addirittura avuto il privilegio di cantare un paio di versi. Pregio.
Gli altri picchi della serata, in ordine sparso: Michele il truzzo, che, subito in apertura di concerto, ha lanciato le sue cale al pubblico durante la omonima Michele; Don Ramirez che ha imbottito di piombo Daniel Potato (penso che qualche volta ci scapperà il morto per davvero, con quella pistola: al momento dello sparo, fa una fiammata allucinante e uno scoppio assordante. Una volta ero particolarmente vicino e mi sono arrivati in faccia i lapilli incandescenti. Ma del resto il rock’n’roll è distruzione); la cover della immortale Rock’N’Roll Robot di Alberto Camerini; la rock song cremonese per eccellenza, 3T, con l’introduzione al kazoo da parte di Dado, e la presenza del già citato Cont-Adino; la delirante/angosciante Elettronevrosi, con Il Ragioniere che perde le staffe e distrugge a martellate il computer su cui sta lavorando; e soprattutto, la favolosa Stato Confusionale, all’interno della quale il maniaco S.I.A.E., armato di motosega, ha inseguito Dado anche fuori dal locale, perfino in strada (io mi immagino un automobilista che vien su tranquillo per la via di Persichello e vede un pazzo con una cascata di capelli assurdi che, sega elettrica alla mano, insegue un rocker con il cappellaccio da cowboy leopardato e i moustache leggendari come quelli di Lemmy dei Motörhead. Cosa penserà?), di nuovo dentro al Fashion Café, dietro le quinte (da cui si è visto volare anche un reggiseno), finché Dado, maglietta ridotta a brandelli e grondante sangue, ha ripreso la chitarra per chiudere la canzone assieme agli altri.
Atto IV – Volete il sangue? Eccolo!
Ma veniamo alla chicca horror della serata: la proiezione, in anteprima mondiale, del video di Sadomaso Rock’N’Roll, con Prepuzio maestro di cerimonie.
Il pubblico si è ridisposto – più o meno ordinatamente – in direzione del maxischermo; prima della proiezione sono stati distribuiti dei foglietti su cui è stato possibile esprimere un giudizio da fan sul videoclip, tramite una scelta multipla oppure scrivendo ciò che si voleva.
La struttura di fondo mi ha ricordato subito quella di Thriller di Michael Jackson, cioè l’idea di costruire un vero e proprio cortometraggio attorno al video musicale. La regia è di Davide Zaini, alias Dado, alias Prepuzio. Montaggio veloce e originale, storia divertente e ben architettata con un bel finale, alcuni momenti esilaranti per chi conosce bene i personaggi che animano i concerti dei Balotas: da sganasciarsi, nella prima parte (girata all’Antica Osteria del Quinto), i momenti in cui vediamo, seduti allo stesso tavolo ma ripresi sempre – ma guarda un po’ – in campo/controcampo, Helmutt e Ricky Apple. Risate di gusto dal pubblico.
Daniele (alias Daniel Potato alias Mr. Fetish) interpreta un bancario dall’aspetto distinto e compassato, che nasconde però un lato di sé molto meno ordinario: quello di maniaco del sadomaso con una particolare predilezione per le scarpe femminili con i tacchi a spillo. In uno dei suoi sogni a tinte forti (ma è un sogno che poi non si rivelerà soltanto sogno), abbiamo la possibilità di conoscere più nel dettaglio le sue fantasie più recondite.
Chi ha perso la serata e la proiezione non deve tagliarsi le vene: il video di Sadomaso Rock’N’Roll è disponibile in un pregiato dvd (troverete delle copie – se vi affrettate – alle prossime date dei Balotas), con tanto di titolo sanguinante che sembra un omaggio alla grafica di The Rocky Horror Picture Show.
Finita la proiezione tra gli applausi, Sadomaso Rock’N’Roll è stata immediatamente eseguita dal vivo dal gruppo, e il concerto si è chiuso tra bizzarrie classiche (frustate, calpestamenti ecc.) e inedite, tra le quali l’introduzione di un carretto con ruote di quelli che si potrebbero far trainare a un mulo, e soprattutto la comparsa di un nuovo personaggio, una ballerina in tutù bianco, che è salita su ’sto carretto e a momenti casca e finisce tutto nel dramma. Ho come la sensazione che ci fosse qualcosa di strano in quella ballerina.
Nel macello finale (alla fine dei concerti dei Balotas sembra sempre che sia passata una banda di hooligan ubriachi) ho avuto modo di accaparrarmi una copia del dvd e di farmela autografare da Dado, che ha optato per questa dedica: «La ferita aperta non fa male finché McA ci assale!».
Rockabbestia!
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