Riceviamo e, per amore di verità, precisione e completezza, pubblichiamo il testo originale della lettera inviata da Walter Borghisani al quotidiano La Provincia; lettera parzialmente pubblicata sul quotidiano cremonese ieri, 30 maggio 2007.
Sul festival di poesia di Cremona «Vò alla latrina e vomito». E poche parole potrebbero esser spese per descriverne lati positivi, e tante per descriverne lati negativi. Ma, in verità, poco m’importerebbe di disquisire sul fatto che la definizione di poesia contempli ben altre contenuti (ma dov’era la poesia, di grazia?); delle “liriche originali” del poeta Fantozzi e del maestro Carota; dei tanti esclusi (probabilmente più veri e genuini e meno costosi) da questa manifestazione; dei soliti noti che si immolano nell’organizzazione (probabilmente nulla conoscendo di materia) perché a loro, e soltanto a loro, vengono concessi benestare, mezzi e garanzie; dell’eventuale denaro comune impiegato a favore di questi ultimi; dei pochi poeti italiani di grande scuola viventi (ovviamente non presenti); del fatto che, in Italia, molti s’arrogano l’appellativo di poeti senza nemmeno esser versificatori; del fatto che la poesia non deve e non debba far numero, se non a livello percettivo. Poco m’importerebbe, perché a nulla varrebbe lo sforzo e la battaglia risulterebbe, più che mai, impari. Io non sono nessuno e, a differenza di molti, ne sono consapevole, ma un tempo mi permisi di annotare che sia «Meglio esser ricordati per il verso giusto / Che vivere una vita per il verso sbagliato» e, dunque, mi permetto di concludere, sentitamente ringraziandola dello spazio concessomi, dedicando ai numerosi parvenu che, in questi giorni, hanno affollato la nostra città, una breve considerazione del tanto decantato e, in questo festival, storpiato, Dino Campana:
Vò alla latrina e vomito (verità)
Letteratura nazionale
Industria del cadavere
Si Salvi Chi Può
Potrebbe esser giunta l’ora di svegliarsi.
Grazie.
Walter Borghisani
Cremona
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