Jojo In The Stars - Heroes And Villains
Dopo anni di onorata carriera, i Jojo In The Stars approdano al primo full length. Non è male, questo Heroes And Villains: dieci tracce per ventiquattro minuti di punk rock ipermelodico, con attitudine a metà strada fra divertimento puro e – svuoto di qualsiasi pesantezza le due parole seguenti – concept album fumettistico. L’idea parte infatti da un solo brano, Punk Rock Heroes, già presente sul precedente demo (Let’s Go, Let’s Rock, la canzone che gli dava il titolo, è anch’essa ripresa qui). Zet e i suoi decidono in seguito di ampliare l’immaginario marveliano (intendo Marvel Comics) che attraversa il disco, già a partire dalla grafica di copertina, curata da Christina Death, e dalla Intro, che consiste nella gracchiante registrazione della vecchia sigla televisiva di Capitan America. Subito dopo parte Cap Is Dead, che tristemente aggiorna chi aveva mollato il Marvel Universe da anni: Capitan America è morto la scorsa estate. Il cerchio a stelle e strisce si chiude proprio con l’ultima canzone, che è anche la migliore, The Avengers.
L’altro filone è quello dei pezzi sentimentali: buona Brand New Day, un po’ melensa For You, cretina al punto giusto (e, realisticamente, autobiografica) I Love My Babysitter. Mi sembra invece fuori luogo l’innesto della cover beatlesiana di Ticket To Ride: “rovinare” i classici è sempre stata prerogativa del punk e va benissimo, il pezzo viaggia; ma è la sua stessa presenza a risultare superflua.
Mi piace poi dedicare un paio di righe unicamente a Surfin’ Up, che – consciamente o no – testimonia l’anima bubblegum del punk ramonesiano (a cui i Jojo In The Stars si rifanno in toto), che a sua volta riprendeva la lezione dei gruppi surf anni ’60, The Trashmen su tutti. «C’mon baby / On my Maggiolino / C’mon baby / I am your hero» rimangono i versi più divertenti dell’album.
Nota dolente: i testi. Non per la semplicità dei contenuti, che è anzi giustissima e doverosa in questo punk rock, ma per l’inglese! Meglio stare più attenti alle lyrics, a maggior ragione se si sceglie di includerle in forma scritta.
In questo ambito, i gruppi di mezza Italia – compresi i Jojo – vorrebbero essere i sensazionali Tough. E allora, a mio modo di vedere, bisogna fare come loro: Zet e Paul devono andare ancora più veloci, non tanto nel senso dei bpm, quanto eliminando le ritmiche spezzate con le chitarre, Ale deve abolire qualsiasi orpello di batteria possa comportare dei rallentamenti. C’è secondo me da estremizzare, insomma, il sacrosanto «One, two, three, four!» che l’inimitabile Dee Dee urlava nel microfono prima di ogni pezzo. Approvo le tamarrate di CJ al basso.
Se tu che leggi sei un liceale e sabato prossimo hai casa libera, amici alla carica, ragazze che si vogliono divertire, qualche birra, qualcosa da sfumacchiare e puoi tenere alto il volume dello stereo, allora devi avere Heroes And Villains!
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