Gomez - Split The Difference
I Gomez ritornano dopo un ultimo album che aveva segnato un discreto distacco rispetto al timbro musicale tipico del gruppo, non tanto dal punto ritmico, ma piuttosto strumentale/sonoro, con un disco che riprende il discorso interrotto.
Il titolo dell’album, Split The Difference (letteralmente “Dividi la differenza”), richiede un poco di sforzo: quale differenza bisogna dividere? Quella tra gli album precedenti, proponendo qualcosa di intermedio? Oppure qualcosa di più complesso?
Disco in mano, la premessa non è buona: la copertina è fuori dalla “classica” copertina dei Gomez, anzi richiama quegli artwork tanto di moda adesso che si ispirano agli anni ’60/’70 con un po’ di psichedelia. Il particolare di per sé è minimo, ma questo dubbio si insinua nell’ascolto di tutte le canzoni: c’è un tentativo di cavalcare l’onda?
Ed effettivamente le canzoni sono più “rock”, ma belle e suonate da Dio, come i Gomez sanno fare: ritmi e melodie impeccabili (la seconda canzone, These 3 Sins, è un esempio lampante), come difficilmente ci è concesso in questo periodo di “piattezza” musicale. E forse è questa la differenza da dividere: il rock originale e quello odierno, e i Gomez. Se volete risollevarvi, molto probabilmente Split The Difference vi aiuterà.
Con la musica che hanno prodotto finora (soprattutto con l’album d’esordio Bring It On), c’è da domandarsi come mai i Gomez siano un gruppo ancora sconosciuto ai più. Egoisticamente, ci si può convincere che continuerà a essere così.
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