Ieri al Circolo Arci Persichello c'è stata una fichissima serata underground, dall'eloquente titolo
Persichello Punx Attack!
La prima nota di colore è stata trovare Stan Codetz, il nipote di Q, tra i giovani al bancone del bar.
All'esordio con questo nome o giù di lì, i franco-sardo-cremonesi
Nerve (con Bozu alla voce e Bart alla chitarra, entrambi già nei Makaber Antrieb) hanno aperto le ostilità con un set di metal hardcore in italiano, sporcato da influenze varie, spezzato in due dalla cover a sorpresa di
Killing In The Name dei Rage Against The Machine e concluso da un potente rifacimento dei Mastodon.
A seguire, i lodigiani
Affanno hanno tritato una mezz'ora di punk hardcore bello cattivo, puntellato dagli immancabili proclami antisistema del cantante Colla, che – me ne rendo conto mentre scrivo – è l'anagramma di alcol, che gli scorreva a fiumi nel sangue già prima dell'inizio dei concerti. A lui anche il record di «Viva l'anarchia!» (neanche la Colonna Durruti ne ha urlati così tanti durante la sua intera esistenza). Fighi, sul serio.
Infine, personalmente la mia emozione è stata tanta nel riaccogliere i
Decadenza, l'unico gruppo crust della storia di Cremona, riformatisi nel 2022 dopo circa sette anni di stop. Simo, Aro, Babo, Gabo: tutti bellissimi, come fosse passato un giorno, e intensi come e più che nei giorni di fine anni Zero e primi anni Dieci. Su
Ancora Odio, Simo lascia il microfono per terra e poga con noi, mentre Aro si prende l'incombenza vocale e io vado a ringhiargli tutto il pezzo a un centimetro dalla faccia.
Tutto stupendo: dalle decine di persone presenti, calde e appassionate, alle forze volontarie del Circolo; dalle band alla gigantesca scritta muraria –
Nostra patria è il mondo intero, realizzata da mia sorella – sotto la quale si sono esibite.
Sono più che felice di esserci stato, così come di aver realizzato la grafica dell'evento, impreziosita dall'ennesima illustrazione strafica firmata Matthew Strong.