Ho un due paia di belle coincidenze da spararvi, è quasi un mese che cerco di scrivervele, pure separate. Vediamo se è la volta buona.
Il primo paio è nell'ambito del
non matrimonio che, a settembre, ho celebrato con il mio bello e tanti altri bipedi molto cari.
Questa è davvero interessante.
Qualche giorno prima, cammino lungo il canale Oudegracht, con A., giunta per l'occasione dall'estero, e attraversiamo il ponte verso uno smartshop, dove vorrei presentarle la mia amica R., nel caso sia in quel momento lì a lavoro. Non scorgerò R., ma già mentre attraversiamo il ponte, ci fanno un cenno di saluto queste due persone sedute sull'accogliente panchina posizionata davanti la vetrina. Direi che si tratta di una signora e di un signore sui 55-60 anni, lei ha una chioma colorata, corta, e un abbigliamento stravagante, lui ha le cuffie appoggiate alle spalle e vestiti più tranquilli; lei si rivolge a me con un entusiasmo familiare, come se ci conoscessimo già. Ma la memoria, suppongo, non m'inganna: non ci conosciamo, e lo rivelano le battute successive; si tratta piuttosto della sua frizzante predisposizione in quel momento. Commenta il mio trucco, forse ci chiede di dove siamo, e se siamo amiche. Io e A. guardiamo, facciamo un sorriso un po' imbarazzato e un po' divertito, e diciamo di sì complici.
Salutiamo la coppia e continuiamo sul nostro percorso. Arrivate fino all'altro negozio dove eravamo dirette (chiuso), ritorniamo da dove eravamo venute, e, avvicinandoci di nuovo allo smartshop, il nostro sguardo è immediatamente rapito dai soggetti seduti sulla panchina di prima: sembrano in tutto e per tutto le due persone di prima, capelli corti e colorati, nelle identiche tonalità e taglio, abiti un po' stravaganti, per quella che presumiamo essere una lei, e, per il probabile lui, vestiti più tranquilli e quelle cuffie di nuovo appoggiate sulle spalle. Solo, dimostrano trent'anni in meno.
Io e A. rallentiamo assolutamente sbigottite, sembra impossibile, ci fermiamo insieme a constatare ogni dettaglio, io suggerisco sorniona di comunicare con loro, lei dice che per ora si sente troppo sconvolta dall'emozione e non vuole passare per pazza, loro inevitabilmente ci notano comunque (che, assieme, siamo pure un bel flash), e ci salutano con un bel sorriso, io e A. ricambiano, ma continuiamo a camminare.
Questa coincidenza è assolutamente più piccina, ma ha una caratteristica deliziosa molto specifica: è decisamente meta!
La sera della super festa, mia cugina Mary mi porge i suoi mitici doni. Li scarto uno dopo l'altro, e quando sto per spacchettare il libro "La sincronicità" di Carl Jung, spunta dietro Mary la mia amica P., alla quale, un mese prima circa, donai la mia copia di "The Red Book", sempre di Jung.
P. desiderava ardentemente quel libro da anni, da mesi io e lei ci inseguivamo per aprire insieme la copia che finalmente tempo prima io mi ero comprata. Come la vidi rapita dal libro tra le sue mani, quando ci incontrammo, non potei resistere, e glielo lasciai, prima in prestito, poi in dono. Poco tempo dopo Mary mi aveva chiesto se alla fine quel libro lo avevo o no, e io le avevo detto che lo avevo regalato "a una persona molto speciale". P. sin dal giorno dopo si sarebbe detta travolta dal libro, all'inizio di un nuovo cammino, e non vi dico com'è sbiancata quando ha visto spuntare "La sincronicità" esattamente in quel momento.
Abbiamo peraltro iniziato a leggerlo ieri sera io e il mio bello, e la primissima sincronicità che Jung cita (tra quelle davvero accadute, a lui, ed escluso l'esempio che fa prima), riguarda la ricorrenza del tema del pesce, che alla sottoscritta è molto caro.
(Q, dalle 25 pagine che ho letto finora, io credo che questa lettura ti piacerebbe molto. Ne apprezzo moltissimo la prudenza ed attenzione intellettuale. Incredibilmente, si tratta per me del primo testo che leggo di Jung! Dopo una vita, oramai, che impregna comunque il mio tessuto socio-culturale).
Olè! Ora mi manca solo la doppietta di coincidenze relative alla visione di Once Upon A Time In... Hollywood!