stella ha scritto:
Sarà quello che dichiara.
sempre dalla trascrizione della puntata di report
VALENTINO PARLATO - “IL MANIFESTO”
Abbiamo una cooperativa con un’eguaglianza di retribuzione di tutti, dal telefonista al direttore.
Ma il punto è sicuramente un altro.
In un mondo perfetto in cui chi decide di pubblicare un giornale lo fa perchè vuole davvero fare giornalismo, trovo giusto che lo stato (quindi la collettività) contribuisca in parte alle spese (e sottolineo spese) dei giornali.
Come spesso accade in Italia si parte dall'idea di aiutare chi ne ha veramente bisogno e poi ci sono i furbi che se approfittano.
Sono così nati negli ultimi anni una serie di giornali che ufficialmente sono organi di movimenti politici, ma che in realtà sono entità fantasma con il solo scopo di accedere ai finanziamenti pubblici (redazioni di un paio di persone, tiratura quasi inesistente, reperibilità nulla nelle edicole), spesso rigirati ai partiti.
Oppure ci sono stati giornali non di partito che grazie alla firme di due deputati (tanti ne bastano) hanno avuto accesso ai contributi. È il caso di Libero che accede ai contributi quale oragano ufficiale del movimento monarchico.
In un quadro come quello attuale (ben lontano da un mondo perfetto) è doveroso rimettere mano al sistema del finanziamento alla stampa.
Quello che non trovo giusto è il metodo applicato. Invece di togliere i finanziamenti alle sole testate che li percepiscono illegalmente (e magari farseli ridare indietro) si è scelto di toglierli a tutti i piccoli giornali e le cooperative. È vero che quasi tutti i giornali che percepiscono indegnamente i contributi sono piccole testate e cooperative, ma non è vero che tutti i piccoli giornali e le cooperative sono disonesti.
Non è giusto che per colpa dei soliti approfittatori a farne le spese siano tutte le testate che hanno lavorato onestamente.